
Vado a correre, sto diventando sportiva oppure la catena è scesa completamente.
Vado a danza, lo specchio mi restituisce l'immagine di una donna che non posso essere io.
Vado a sentire "La medium" di Menotti e penso a Monica.
Alla sua canzone.
Un ragazzo si avvicina e mi chiede da accendere.
E' magro, ha una macchina fotografica esagerata.
Mi chiede se mi può fotografare le scarpe.
Sono in piedi a fumare, non so che faccia fare:
lui si stende a terra completamente lungo sul pavimento e mi fotografa i piedi.
(...)
Centinaia di giacche e cravatte all'impiedi ascoltano altre cravatte che parlano dell'indennizzo diretto.
Cerco Basettoni ma non c'è.
C'è invece il solito Francesco Paolo Lamotte che incontro ovunque.
Mi dice l'ultima volta che ci siamo visti eravamo in acqua, al mare...
già, rispondo io.
Poi mi chiede se tasseranno tutte le rendite o no?
Io dico quelle finanziarie, no.
So che hai i capelli neri, che hai una lingua antica mentre la mia è solo liquida.
Spero la tua testa sia piena di numeri.
mercoledì, 12 settembre 2007
allora vado in bagno e dopo essermi lavata i denti mi attacco alla canna del listerine
per poi uscire dal bagno col mento blu, screpolato, come al solito abbastanza mefistofelica a chiudermi nella cabina armadio:
inventare il personaggio, coprire il suino rosa del petto sbronzato con i capelli sempre più lunghi e stecchi.
Ripercorro corso vittorio emanuele fino altribunale.
Via calefati fino al tribunale.
Anche via re david, verso un negozio che vende calzini di paul smith.
Parcheggio in doppia fila davanti al teatro, riprendo il teatro dei centri liquidazione sinistri, le librerie, i bar, il bar siciliano.
Tutto. Tutto era anche mio, già prima.
Il sole luccica sui manganelli, sulle radioline, sui nostri denti, sulle sigarette.
Sentire di non avere bisogno di niente, sentirsi liberi dopo 90 giorni di portare una croce, e invece adesso come prima. Come prima del sinistro.
Non bruci la città. Perchè la amo, era mia già da prima.
Non mi commuove più niente.
Non mi ricordo più niente.
Sei come le vacanze che si vincono coi punti del galbanino.
Siamo a livelli di comunicazione che potremmo parlarci in inglese.
Buon giorno buona sera cosa vuoi per pranzo, come stai.
Mangiare, svenire con le tapparelle chiuse.
So perfettamente cosa stai facendo.
Non ho mai più comprato un numero di linus.
Leggiti le recensioni. Regolati su quelle.
Ognuno è stato a sua volta cerapongo di qualcun'altro.
Sto bene come si sta bene ad un tratto.
In quella specie di coma.
Non avere bisogno di altro che svegliarsi, mettersi il rossetto, infilarsi un'uniforme comoda, spruzzarsi di bulgari rosa essenziale, mangiare cose diverse, mangiare:
Ogni tanto braccia che stringono braccia (ti perdono), ogni tanto sentirsi bagnare la schiena da lampi di elettricità bianca, farsi la doccia in case di altri, tornare nel letto. Sentirsi innocenti.

sabato, 15 settembre 2007
martedì, 25 settembre 2007