venerdì 17 ottobre 2008

I VANTAGGI DELLA LIBERA PROFESSIONE



Questa settimana sono un po' sfasata.

Ieri, credendo erroneamente che fosse sabato, sono andata a lavorare in tuta.

Oggi, credendo erroneamente che fosse domenica, mi è venuto uno dei miei soliti mal di testa di quando non lavoro.

Allora benchè sia venerdì ed io una libera professionista, ho deciso che non vado a lavoarare.

Esistono infatti nella vita, cose che hanno una prioirità assoluta

tipo farsi il peeling a metà a ottobre se nel tuo centro estetico lanciano la promozione

fatti un peeling per 25 euro.

Oggi avrei anche dovuto fare dei muffin cameo ma al supermercato erano finiti.

C'era la torta margherita buitoni e altre cose in polvere cameo, ma di cameo erano anche finiti i souflè quindi è stato meglio comprare una sfoglia per pizza che stasera spaccerò per mia.

Detesto fare ogni cosa di casa.

La spesa e tutto il resto e detesto la casa quando ci sono solo io che sono un'inetta della domesticità e non ho imparato un cazzo in 30 anni (di cui 4 ho vissuto da sola).

Quando qualcuno disgraziatamente, alla domanda retorica vuoi un caffè, risponde di si, poi passo due ore a pulire cl pennellino la macchinetta del caffè e a domandarmi perchè quasi a nessuno piace il nescafè.

Il nescafè è pratico come le spinacine AIA (che oggi sono riuscita a bruciare mentre leggevo il Venerdì di repubblica e non badavo al fornetto).

Le mie amiche invece sono bravissime a cucinare e sono donne di cui normalmente ci scrivono gli articoli sul mensile Amica.

Dal mensile Amica (che leggo a scrocco dal parrucchiere), ho scoperto un sito che ora è il mio punto di riferimento culturale e si chiama


Forse vado in ufficio, a questo punto.

Essere libero professionista, vuol dire che sei libero di non andare a lavorare, ma anche che se non lavori non incassi e normalmente il venerdì è un buon giorno per incassare.

Approfitterò allora dell'unico vantaggio reale della libera professione ovvero arrivare in Studio all'ora che mi pare (dopo il peeling), per uscire tuttavia ad orari altrettanto improbabili.

giovedì 2 ottobre 2008

COSE PER CUI VALE LA PENA VIVERE

Nelle mie ultime insonni notti a contare più che le pecore, i marroni che combino al lavoro, ho seguito gli insegnamenti del mio grande maestro di vita (che non è Diego della Palma) e mi sono messa a fare la lista di cose che mi piacciono moltissimo e che sempre, sempre, farò nella mia vita tipo leggere.

Ultimamente sto leggendo Bennet.
Bennet è uno che scopri così, per caso se per caso sei in Feltrinelli e non hai molto da spendere ma purtuttavia disdegni case editrici tipo boh, allora pensi un adelphi è sempre un adelphi.
Quindi Bennet.

E' uno che non ti delude mai ed è anche l'autore più volte dimenticato in aereo da mio padre (benedetto ragazzo e benedetti tascabili).

La sovrana Lettrice non è un tascabile ma sempre un Adelphi.

E' divertente e leggero, mette di buon umore e lo consiglio moltissimo se per caso è un periodo che non riuscite a dormire a causa della vostra coscienza professionale sconvolta, alterata ed umiliata dagli eventi (che forse vi avrebbero voluto bibliotecaria di qualche lercio archivio statale, professoressa di geografia alle magistrali, hostess della fiera del Levante, ecc.).

Se questo blog fosse una specie di lastfm dei libri direi che se avrete gradito Bennet potrete successivamente darci dentro con Sedaris e con Augustine Burroghs. Alcuni dei miei diletti, dilettissimi autori (che siano tutti ghei è solo una strana coincidenza. Comunque adoro i ghei soprattutto quelli che non fanno outing e sono tutti problematici e sull'orlo del pianto aqualsiasi ora).



Un'altra mia dilettissima autrice è Ciabatti Teresa che è anche mia coetanea. Tre anni fa la suddetta ha esordito in enaudi stile libero (mica cazzi) con il Romanzo Adelmo Torna da me. Questo romanzo a me è piaciuto moltissimo. Quindi l'ho passato a mia madre, a mia sorella, a Maria e a chiunque abbia un minimo di passione per la lettura.

E' un romanzo bellissimo e a sua volta duro sprezzante e ironico. Pure commovente e in ogni caso rivelatore della grande sensibilità e talento di questa Teresa Ciabatti che a dirla tutta, essendo una figlia della (da me deprecata) scuola Holden, non partiva tanto bene, ai miei occhi.

Invece è piaciuto a tutti i miei conoscenti amici e parenti.


Una volta allora le ho scritto e lei mi ha risposto perchè in Italia è così. In italia puoi contattare chiunque specialmente gli scrittori giovani che non avendo un vero e propio lavoro (secondo la mentalità comune) non fanno un cazzo tutto il giorno, forse se sono fortunati scrivono i quiz per jerry scotti.

Le ho detto senti Teresa, il tuo romanzo è fichissimo, abbiamo apprezzato in tanti. Lei invece era molto abbattuta perchè ai festini degli scrittori emergenti o forse degli ex allievi della scuola holden la trattavano tutti molto male. Immagino che ciò sia dovuto al fatto che teresa ciabatti per essere una scrittrice emergente, non è affatto nè una cozza, nè una psicopatica, nè una lesbica e nemmeno una fidanzata di qualcuno. Aggiungeteci anche che ha un vero buon gusto in materia di scarpe e borsette e avrete l'esatto e preciso quadro di scrittrice emergente che sta sul cazzo a tutti gli altri scrittori emergenti. E' un mondo molto brutto secondo me questo qui, al pari del tribunale, dell'ospedale, dell'auchan.

Che era tutta invidia è venuto fuori poi quando con il bistrattato romanzo Adelmo Torna da Me, il fratello di Virzì ci ha fatto un film (meno male che era un flop) e poi la "non brava" Teresa Ciabatti ha scritto le sceneggiature di film che sono molto piaciuti ai teen ager ovvero i film tratti dai romanzi di Moccia. A me Moccia mi fa cagare e lo odio ma teresa Ciabatti non doveva proprio essere un'asina se l'hanno chiamata a fare le sceneggiature.

Dico ste cose così, senza sapere nè leggere nè scrivere (come si sul dire).

Poi l'altro giorno che ero dal parrucchiere a farmi il ritocco frontale alle sette del mattino dacchè non avrei altro tempo per evitare la ricrescita, mi sono messa a leggere un sudicio numero della rivista Grazia e c'era l'intervista a Teresa Ciabatti in cui annunciava il suo nuovo romanzo I giorni felici. Questa è stata l'unica buona notizia della settimana.




L'unica cosa che mi dispiace molto è che in questo articolo Teresa dice del suo primo romanzo che è stato un disastro e che ora spera di recuperare. Secondo me le hanno fatto il lavaggio del cervello. Mi spiace molto.
Ora lei esce con Mondadori, spero le porti bene come ha portato bene ad Ammaniti.

Lo so, potrei sembrare leggermente fanatica, ma non me ne frega niente. Ho appena scoperto che non sono l'unica grupie di scrittori emergenti anzi ci hanno anche scritto un romanzo a proposito che si chaiama Vampirella. Non faccio niente di quello che viene narrato in questo romanzo perchè sono sempre stata una ragazza prudente e poi perchè una delle mie prime scrittrici preferite è stata Isabella Santacroce che uno lo capisce subito che è meglio essere prudenti.

***

nei giorni passati ho anche letto La guerra dei cafoni di D'Amicis e Paura della Matematica di Cameron. Inoltre, saltuariamente, quando frequento il bagno dei miei genitori mi intrattengo nella lettura frammentaria di Cotezee "Vergogna" che non so chi di loro sta leggendo con altrettanta frammentarietà. Ciò ha determinato un preoccupante accumulo ed arretrati nella lettura delle mie riviste giuridiche di cui tuttavia, me ne sbatto.