lunedì 12 gennaio 2009

TAUROMACHIE


Silvia ha i miei stessi pensieri.
La chiamo e non riesco a spiccicare una parola nel telefono.
Sento i rumori della strada, della gente, di via Cola di Rienzo, lo sfregolare della carta velina dei suoi acquisti a saldo.
La immagino col casco, col suo Speedy appeso alla spalla destra, il cappottino nuovo nero che le ha comprato mamma quando ancora non era accaduto niente.
Ascolto la sua voce bionda che mi indovina ed indovina ogni parola che non mi esce.
Si sta avverando il nostro incubo peggiore.
Ciò che abbiamo temuto per tutta la vita.
Sentire la pelle strappata dalla faccia.
Sentirsi come a km e km sotto il livello del mare e non avere reni su cui spingere per risalire.
Ognuno ha il suo compito.
Eppure siamo così lontani gli uni dagli altri.
Mi trovo spesso da sola in mezzo a miliardi di persone e di doveri senza poter fare quanto più desidero ovvero piangere e stringermi agli alberi, agli scaffali delle libreria, alle tende del cinema che è l'unico posto in cui mi sento bene e confessare una volta per tutte e per sempre che ho paura ed è una paura diversa da tutte quelle che ho mai provato e conosciuto.
Una paura atavica, ancestrale, difficilissima da dire perchè troppo umana e troppo al limite più labile di ogni cosa mai sperimentata.
Sto composta a tremare da giorni e giorni e a nascondermi.
Vabbè.
Il momento più surreale è quando mi sveglio la mattina.
Quel nano secondo in cui non ho ancora capito chi sono e quale è la mia storia del momento.
Il momento prima di ritrovare la croce ai piedi del letto e risistemarmela sull spalle.
Eppure mi sento forte, mi sento carica, ristorata dalla notte (nonostante le magliette fradice), mi sento pronta.
Penso ai viaggi che farò, penso alle stagioni che girano veloci nell'aria, penso ai film, alla musica nuova che esce, penso alla vita.
La amo tantissimo.
Amo ogni cosa di lei e sento di non avere scelta. Che pedalare, andare, continuare a fare tutto.
Farò ogni cosa necessaria.
(compresa qualche tazza di wisky e andare a ballare).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come ti capisco.

Estate Indiana, sloggata e tornata.

Poems ha detto...

anch'io, tesoro, ti capsico.
molto più di quanto tu non possa sapere
(sei una ragazza dalle spalle grandi e dal cuore forte)