E' la lettera delle ninnananne, delle note che salgono e scendono, dei nodi che si stringono e distendono, delle navi chenascondono, lettera del nulla e delle nebbie, delle nubi e della neve. Dello stato in luogo. Del no che sottomette e che cancella". (Antonella Anedda)
lunedì 2 marzo 2009
THEY COME FROM AN ALIEN NATION
E' la lettera delle ninnananne, delle note che salgono e scendono, dei nodi che si stringono e distendono, delle navi chenascondono, lettera del nulla e delle nebbie, delle nubi e della neve. Dello stato in luogo. Del no che sottomette e che cancella". (Antonella Anedda)
AS A BLACK HOLE SUN
domenica 15 febbraio 2009
AMEN
sabato 24 gennaio 2009
MENTRE tutto CAMBIA
lunedì 12 gennaio 2009
TAUROMACHIE
sabato 3 gennaio 2009
GOOD TIME?
domenica 28 dicembre 2008
FINALLY
1.
Bisognava solo aspettare.
Ogni giorno mi sono consumata un poco.
Non potevo sopprtare che gli sfiorassero nemmeno un millimetro quadro del corpo che è
anche un po' il mio.
Ci siamo svegliati all'alba di giorni e giorni senza dormire
per parcheggiare in autosilos deserti e camminare nel gelo della mattina ancora settimina.
Per non guardarlo in cuffietta verde, ho letto come un'ossessa.
Dava a tutti del lei mentre a lui toglievano i diritti civili.
La sua dolcezza mi fa male più di qualsisi cattiva notizia
che poi non è arrivata.
Allora ho abbracciato mia madre sulla porta di casa,
i ciclamini erano stati piantati di fresco, il pungitopo sfolgorava nel pomeriggio e il melograno era nudo.
Insomma, tutto come prima.
Solo che io sono invecchiata di 100 anni.
2.
Poi è toccato a me.
Di colpo è arrivato il futuro ed ho dovuto fare le cose del futuro.
Guidare alle 4 e mezza del mattino.
Da sola.
Viaggiare con molti mezzi.
Da sola.
Fare strade e strade che non conoscevo.
Ma siccome mi ero già immaginata tutto innumerevoli volte prima ancora che il futuro arrivasse, ero pronta, ero pronta a qualsiasi cosa.
Ciondolo con la schiena a pezzi e il taier sempre più logoro e grigio.
Mi fermo a mangiare in un posto deserto.
La sporcizia mi ossessiona alla stregua delle zip e delle fessure tra le mattonelle.
Continuo a leggere nell'attesa.
Aspetto ore ed ore perchè nel futuro scopro che c'è ancora l'attesa.
Vivo, faccio le cose come nel copione.
Mi rendo utile a tanti km di distanza.
Faccio le cose che mi hanno detto di fare e sono una giovane vecchia che recita la sua parte nell'universo.
Verso le sette e mezzo della sera, sono stremata, ho finito tutte le parole, messo una decina di firme, stretto una quarantina di mani, sorriso a comando almeno 15 volte, ho avuto paura abbastanza: sono un'adulta.
Recupero la macchina e fanno 16 euro di parcheggio, sbaglio strada e invece che per Brindisi, continuo per Foggia, me ne dispero ma tanto non mi sente nessuno. Torno a casa e non c'è nessuno. Tra due giorni è Natale e siamo tutti da soli sotto il medesimo tetto. Detesto la mia camera da etto. Mettermi a latto. La notte.
3.
E' l'una e mezza del mattino.
Il locale è semideserto.
E' piccolo. Sospesa nel cielo del soffitto c'è una cornucopia di rami secchi che erutta pigne e altre porcherie unitamente e lampadine e palle di natale.
Ho ordinato un S&C che dopo il kebab non ci sta bene ma ne avevo voglia come l'ultima volta che mi ha stupita. Anche quel giorno, S&C.
Ora siamo seduti dallo stessa lato della panca, di spalle al muro, siamo abbracciati, suona un disco di paolo conte e ho conosciuto tutti i suoi amici.
Siamo stanchi, tutte le preghiere sono state esaudite, io ho dato l'ultimo esame, la lente a contatto è come uno spillo nell'occhio destro.
Perchè mi tocca pure essere bella.