sabato 22 novembre 2008

BUONE NOTIZIE



Oggi ho appreso di non avere la cellulite.


Katia ha azionato il letto graticola, ha messo le luci su "verde oblio", ha acceso almeno 80 candele e ha messo dei cosi a squagliare in apposite acquasantiere. Mi sono spogliata completamente e lei mi ha allungato un paio di mutande di carta cioè un riassunto di mutande, di carta.


Ha lavorato in silenzio per 50 minuti mentre la musica di sottofondo mi faceva pensare al film Rosmary's Baby.


Poi abbiamo parlato mentre io eseguivo la imposta bevuta di una tisana bollente come l'inferno e mi ha detto, non hai la cellulite.


Questa è una gran bella notizia.


Dacchè, nella vita, non ci mettono niente a dirti che sei intelligente, poco portata per la matematica, simpatica, con poca attitudine al lavoro di gruppo ecc. ma nessuno mai che si prenda la briga di dirti sarebbe ora che ti sbianchi i denti, è meglio che ti fai un peeling, il tuo punto forte sono le caviglie, hai/non hai la cellulite.


So di avere un problema in meno.


In tempi come questi, non è poco.


Tuttavia, Katia, che ha studiato da ayurveda, ha anche aggiunto, smettila di provare rabbia, il tuo corpo non ti sopporta più.


Vorrei vedere lei, se non lavorasse in un posto talmente ben parquettato e pulito. Vorrei vedere lei, privata di unguenti e musica soffusa....

sabato 15 novembre 2008

MENTRE TI ASPETTAVO HO PREPARATO LA VALIGIA



Stanotte ho sognato di ascoltare un disco dei Massive Attack che non posseggo.

Ricordo che ero in un negozio, forse in un camerino e sentivo questa musica mondiale e allora chiedevo al proprietario del negozio cosa diavolo fosse e lui diceva che era un disco vecchio dei Massive Attack. Ciò mi confondeva ma ero sicura che poi sarei andata a casa e l'avrei scaricato assieme all'ultimo disco dei Calexico.


Poi invece oggi era sabato e quello era un sogno e l'ultimo disco dei Massive Attack che ho comprato era ten thousend windows e non anche la successiva colonna sonora del film che forse si chiamava Alpha Dog (? non ne sono sicura)


In realtà non ascolto molta musica perchè vivo velocemente e in posti chiusi. Mentre lavoro non riesco ad ascoltare musica perchè il mio lavoro implica che uno deve pensare e non fare due conti e buttare giù due linee con la matita. Devi pensare ed io sono lenta di pensiero, devo ammettere.


Sono però stata a vedere un film francese molto gradevole che si chiama Giù a Nord e in questo film si ride un sacco. Penso che alla mia amica Mostra piacerebbe. Stranamente, mi ha fatto molto ridere.


Ora fuori sta piovendo ed io ho definitivamente mandato a fare in culo Murakami ed il suo Dance Dance Dance perchè dopo l'incontro con l'Uomo Pecora ho capito che non avrei più potuto sopportare oltre, da lui. E' così pietistico e garbato e moscio che veramente, non me ne vogliate, non capisco come fanno un sacco di persone che conosco a dire che è un Romanzo Fondamentale. Ho cominciato tuttavia un romanzo di un altrettanto giapponese che si chiama Kazuo Ishiguro .

Il romanzo si chiama "Non lasciarmi" e averlo cominciato mi costa un notevole atto di fiducia visto che è l'unica lettura che mi porto adesso che sto per partire per una settimana.


Domani parto, vado a fare una cosa abbastanza impegnativa che ci vuole persino il dizionario di inglese. Poi si fa un esame e insomma...boh. Fare la valigia ci ho messo esattamente mezz'ora ci ho consistito nel fare a panino n. 4 taier (due gonna, due pantaloni) poi infilare 4 camicie, poi la biancheria e un pigiama. Ho anche un biuticheis fisso cioè permanente che lo uso sempre, basta infilarlo nella valigia. Lo nutro saltuariamente quando ciondolo in aeroporto o alla stazione termini basta andare da sephora e comprare cose nane regolamentari per l'aereo, per ogni cosa.


Sono contenta di partire perchè so che passerò molto tempo da sola alla sera e potrò guardare tanta tv cosa che mi rilassa moltissimo, soprattutto italia uno che da anni io faccio una terapia di mezz'ora al giorno italia uno: ti rende una persona meno problematica, ti aiuta a ridimensionare le tue personali problematiche e rinvigorisce l'autostima.


Ho molti propositi per il tempo che viene, se dovessi scegliere una colonna sonora sarebbe senza dubbio il disco di Malika Ayane (dentro ci sta Paolo Conte che suona il kazoo, basta così)!


lunedì 10 novembre 2008

HOMELAND


Non mi starò certo a vantare della fortunosa circostanza che ha voluto io vedessi, toccassi, annusassi Lou Reed e nemmeno dell'enorme privilegio di aver trovato i biglietti per assistere alla performance della di lui moglie Laurie Anderson, però tanto è.

Lou Reed mi è passato davanti due volte. Così ho potuto vedere che è trasandato come se avesse appena lasciato la sua stanza per andare a comprare un pacco di sigarette e appunto profuma di sigarette, alcol, sudore e gomma bruciata. Porta gli occhiali, è timido ed impaurito dalle persone, non credo usi uno sciampo di marca.

Laurie Anderson è di poco diversa da mia zia Pinuccia quando la vai a trovare un giovedì sera qualunque che stira fumando e guardano Pupo alla televisione. Braghe larghe, camicia, ballerine di velluto rosso fuoco, un non taglio di capelli ed una "enorme scienza" dentro le mani, la testa.

Il palco era minimale, anzi no, essenziale. Scuro, con i suoi due musicisti a latere, poi delle lucine sospese, le candele, lei col violino ed il leggio. Sopra il palco un piccolo rettangolare monitor su cui scorrevano le traduzioni della sua oratoria.

Ora, non è che io sia colta come i giornalisti di Gazzetta che fanno i paragoni con gli Uccelli di Aristofane e Uccellacci ed Uccellini di PP Pasolini, ma evidentemente il tema portante di tutta l'oratoria era la memoria e poi molte riflessioni anche politiche sui tempi che corrono, sull'america, sul modo di pensare della gente, così....senza pretese (secondo me. Dusty invece dice che è pretenziosa).

Laurie Anderson ha una voce meravigliosa, perfetta, precisa, pulita. Ha una voce rassicurante, universale. I suoi testi erano facili, ma anche poetici e commoventi e lei è una donna senza tempo, con l'esperienza di una vecchia ma la sensibilità e le speranze di una ragazza. io la vedevo come una ragazza sul palco anche perchè ha un ritmo, conosce un ritmo molto giovane perchè la sperimentazione è onotologicamente giovane, cioè io la trovo così.

La musica elettronica io la capisco ed è la mia musica perchè io sono stata giovane negli anni 90 e in quell'epoca facendo un percorso a ritroso, sono andata dai massive attack a brian eno, da Kruder&Dorfmaister ai Kraftwerk ed ho conosciuto Tricky prima di Afex Twin, ma in lui ho riconosciuto una pietra miliare del genere, una specie di totem o chissà che cazzo in mezzo alle onde elettroniche di quelle sere di Macchia Nera, di Brancaleone, di feste nei garage degli amici o in mezzo alla campagna coi Cornucopia che erano un gruppo di Dj del mio paese. Prima dei Daft Punk, prima degli Underwold, quasi vicino agli Underworld e poi da più grande sono approdata a Philip Glass ma ero già formata e sapevo distinguere ogni cosa con estrema lucidità.

Ho conosciuto Big Science grazie a Brian Eno e Brian Eno grazie a David Byrne e David Byrne grazie all'avvocato dove facevo pratica che una volta mi scrisse ai bordi di un verbale, che dovevo ascoltare In the bush of ghosts (e poi l'ho incontrato anche al concerto di laurie Anderson ma lui non mi ha visto).

I percorsi della formazione musicale sono buffi e casuali. Gente che viene e ti porta il suo gusto e tu decidi in un momento, in una sera, se farlo tuo.

Io da giovane, nel 1993 ho conosciuto un ragazzo che si chiamava Renzo. Lui mi faceva delle tdk con la musica di Leonard Cohen e poi suonava la chitarra e una volta ad una cosa dell'Arci, quando la cosa dell'Arci era finita, siamo rimasti in disparte e lui mi ha cantato e suonato Satelite of love ed io ho così conosciuto Lou reed (ma lui stette ben attento a non dire una parola su Nico).

Nel 1998 ho conosciuto all'università un ragazzo che si chiamava Fabio, lui mi ha fatto ascoltare una canzone di Nico che si chiamava Femme Fatale, così sono stata di Nico.

Nel 1999 una ragazza erasmus di nome Karine che dio solo sa perchè dormisse a casa nostra su un'amaca tra due colonne del corridoio, mi fece una tdk con il disco Transformer. Mi tornò in mente Satelite of love ed un sacco di pezzi si composero nell'enorme mosaico della mia testa cinese.

Mi rendo conto che sto divagando, ma anche non sono completamente fuori tema perchè Homeland parte dalla storia della memoria (un uccello tra gli uccelli che planano nello spazio che non conosce terra, non sa dove seppelire suo padre non essendoci terra e allora lo seppellisce nella propria nuca e così nasce per la prima volta il ricordo, la memoria). Io durante il concerto ho pensato a tutto e anche ai viaggi che ho fatto.

Soprattutto mi è tornata in mente NY perchè Laurie Anderson porta moltissimo la sua Homeland dentro di sè e nelle sua musica e anche Lou Reed.

Sono andata a NY nel 2006, quando sono diventata avvocato. Non ero nè triste nè felice, ero stanca. L'America era lontanissima, in una settimana ho fatto tantissime esperienze come quella di essere malata nella stanza di un hotel sull'altra faccia della terra. L'esperienza del freddo del caldo del non mangiare e del farmi sistemare i capelli dalle ragzze portoricane. L'esperienza di Tiffany e quella di lasciare un uomo senza dirglielo, senza che lui lo sapesse, mentre tornavo da Ellis Iland perchè in quel breve tragitto di traghetto avevo capito tante cose e mi era ad un tratto perfettamente chiaro dove non volevo andare mai più.

Mi sono tornati in mente Renzo (che ora ha un figlio), Fabio (che ora vive all'estero), Karine (che era di Parigi ma voleva vivere a Martina Franca), Susanna (con cui ho viaggiato moltissimo e che chiamo di notte), Marco (che dopo NY non ho più visto), l'avv. della pratica forense (che incontro spesso al lavoro) e tutta la musica che ho condiviso con loro. Veramente un sacco di musica. Come se la musica fosse alla stregua dell'acqua, una percentuale fondamentalmente significativa della nostra vita.

Nella mia vita del presente c'è il ragazzo con la barba che non odora più di cancelleria Stedler e ha le basette sempre meglio definite (non più merluzzi morti ai lati del viso). C'è il ragazzo con la barba con cui vado ai concerti e con cui faccio tutte le altre cose della vita, la cui presenza mi commuove dacchè conferisce un senso a Lou reed quando canta insieme a sua moglie, I'll be your mirror perchè è quello che anche noi ci diciamo reciprocamente (e talvolta è una minaccia?).

Un ragazzo che mi auguro non diemntichi mai la preziosa (ma perduta) arte della conversazione perchè ne ho moltissimo bisogno.

Per continuare ad adorare questo presente e a non rimpiangere niente di niente di quanto ho depositao nella nuca (il mio piccolo cimitero), per continuare a guardare quel deposito con il consueto sano distacco, come si guardano i film anche se sono i tuoi.

sabato 1 novembre 2008

L'UOMO CHE AMA un film di M.S. Tognazzi



Ieri sera siamo andati al cinema a vedere questo film di Maria Sole Tognazzi della cui esistenza mi sono ricordata giusto qualche tempo prima del film grazie al romanzo di Teresa Ciabatti.

Me la immagino timida e castana sempre giovane e con la camicia bianca, poi mi accorgo che faccio confusione con Sofia Coppola di cui invece ho visto tutti i film senza sapere che fossero i suoi.


Non me ne abbiano le registe dacchè culturalmente sono una capra e fruisco del cinema e della letteratura, dell'arte in generale, in maniera casuale e acritica. Non ho opinioni e normalmente, come una vera unna, delle cose sono in grado di dire solo mi piace non mi piace senza argomentazione alcuna.

Non per niente uno poi di lavoro fa...invece di...


Comunque sia, l'intero film si poggia su Favino Pier Francesco, uno degli uomini più sexi, più machi, più rappresentativi di questi nostri cinematografici e italiani tempi.


Lui veramente è un fico della madonna ed è anche di una sconcertante bravura e professionalità.

Non ho mai visto nessuno piangere come lui, incazzarsi come lui e fingere di vivere le storie dei film come fa lui. Ma soprattutto quando sta per scoppiare a piangere, quella è una cosa che mi colpisce moltissimo come la fa Favino. Con l'occhio che gli trema da dentro, la faccia che si dilata come prima del crolllo di una diga ed è inutile, la donna spettatrice si perde nella di lui interpretazione....


Comunque il film ha una simpatica struttura narrativa nel senso che all'inizio, quello che tu pensi sia l'inizio della storia, invece è la fine ma lo capisci alla fine, quando la storia finisce.


La storia parla dell'amore e della convivenza che ci è imposta con questo sentimento che è una sorta di esaurimento nervoso ma anche l'unico motivo per cui facciamo tutto il resto. Ovviamente esso ha una serie di effetti, conseguenze, controindicazioni e nostro malgrado talvolta ci rende carnefici, altre volte vittime.

E mentre siamo carnefici tendiamo tutto a minimizzare dicendo sono cose che capitano perchè così è la vita e andiamo avanti e ci facciamo i nostri beati cazzi, mentre quando siamo vittime assaporiamo fino in fondo il luttuoso sfacelo dell'abbandono con tutta la scia di sventure che si porta dietro come un corredo funebre, come un'eredità crudele, come se non bastasse tutto il resto.


Insomma Favino stava con la Bellucci.

Non è un caso che MS Tognazzi scelga la Bellucci per questo ruolo.

Come spesso accade nella realtà, donne strafiche come la Bellucci (di cui si vede giusto una mezza tetta sotto la doccia e poi molti primi intensi e mori primi piani dove lei è truccata benissimo e ha i capelli perfettamente castani e schiacciati alle radici come i miei mai potranno essere nella vita), creative (lei organizza le mostre, è un'artista!), affettuose, intraprendenti, ansiose di offrire al compagno un futuro di condivisione, di case più luminose, di pasti regolari e soprattutto di figli e stabilità, vengano mollate da un giorno all'altro senza un motivo preciso.

L'uomo forse si stufa di tutto il benessere le la stabilità che queste donne portano con sè. L'uomo comincia a sentirsi ansioso e insonne perchè inconsciamente sa che sta per fare una enorme cazzata mollando una strada sicura per un futuro incerto e di cene a base di contorni findus. Ma pure non può fare a meno e allora, approfottando della fortunosa circosatanza che la Bellucci non riesce a rimanere incinta, la molla (per tutto il tempo continuavo a chiedermi se la casa appena acquistata fosse rimasta a lei o a lui, se avessero già stipulato il contratto preliminare e il relativo mutuo e come si sarebbero regolati per le obbligazioni assunte).

A quersto punto MS Tognazzi se ne frega della Bellucci di cui non sappiamo più niente. Possiamo solo immaginare che come tutti, abbia passato un bel periodo di merda, senza figlio, abbandonata da Favino e forse senza nemmeno più la casa nuova. Ma di lei La Tognazzi se ne frega alla grande forse soddisfatta di aver servito ad una bonazza del genere una sorte cinematografica così crudele ed esemplare.

Di lei rimane solo una pinzetta per capelli in un cassetto.

Favino, da libero, una volta risolto il problema di liberarsi della Bellucci, una volta che suo fratello ha superato un serio problema di salute, se ne va in giro per Torino tutto contento e più fico che mai. Come spesso accade alle persone in questo stato di grazia, si imbatte in una bella cicognona rossa che lavora alla reception di un hotel. E' amore. Lei ha sei metri di gambe ed un'accento esotico, i capelli perfettamente tinti e cammina sui tacchi a spillo come se nella vita non avesse fatto altro che servire Yves Saint Laurent in passerella.

Insomma è veramente la donna ideale per chiunque.

Infatti non fanno che fare sesso per tutta la notte e lui davvero con lei sta benissimo. Lei dal suo canto esercita quella diabolica irritante tattica del bastone e la carota quindi nonostante belle cene, belle parole e tutto il resto, continua a farsi la sua vita, si rifiuta di vivere con Favino, di conoscere i suoi genitori e insomma è quella che ama di meno quindi ha più potere e se ne compiace alla grande. Alla fine, si rimette addirittura col suo ex di cui sembra idiotamente innamorata ma forse anche inevitabilmente innamorata visto che lui è sposato con figli e a certe donne le cose piacciono così. A certe donne se non le fanno sputare sangue non si sentono abbastanza innamorate. Cicognona è così infatti lascia Favino anche detto L'Uomo Sicuro e se ne torna dal suo amore complicato offrendo a Favino l'opportunità di capire cosa ha combinato quando ha lasciato la Bellucci.

Favino infatti passa un vero periodo di merda affrontando tutti i vari gradini della disperazione.

Il personaggio più interessante del film è la dott.ssa Campo ovvero la datrice di lavoro di Favino una donna in cui mi sono molto immedesimata nonostante la magrezza e la vecchiaia della stessa (ma forse anche io, dentro di me, sono secca e anziana). Questa donna è di mirabile antipatia, è una stronza impietosa e tratta tutti con enorme sufficienza. In realtà è stata mollata dal marito da due anni e sull'argomento la sa lunga.

Ad un certo punto dice una cosa molto vera e cioè che quando si viene lasciati è come un lutto, dicono. Ma in realtà è peggio di un lutto perchè se l'altro muore te ne fai una ragione e non è mica colpa tua. Soffri stai male, ma intanto la vita che ti resta ti consola ed è più forte e ti fa andare avanti. Ma quando l'altro ti lascia (magari per un'altra) beh è molto diverso perchè questo gran stronzo ha deciso scientemente di mollarti e tu non gli piaci più e tu non conti più un cazzo e non contano le promesse e le cose fatte assieme fino a quel momento e non esiste ragione o torto o discussione e soluzione, si è stufato di te e se ne è andato. Ha preferito la precarietà della solitudine alla gran rottura della quotidianeità con te o peggio, ha trovato qualcuno che ha reputato migliore di te, con cui adesso mangia, scopa, dorme, ride, viaggia, costrusce il futuro dove tu non ci sei ed è come se non ci fossi mai stato. Tu passi il tempo a dirti è colpa mia, non valgo un cazzo, ho fallito. Poi, dopo questa fase cominci ad abituarti al dolore e ci convivi ed è una straziante convivenza.

Molte persone dopo questa esperienza cambiano definitivamente e diventano diverse che non è sempre un male. Non è una esperienza che fanno tutti ma secondo me chi non la fa è un po' incompleto come essere umano. Cioè non potrà mai sapere che resistenza ha, quanto è in grado di sopportare, quanto bene vuole a se stesso e che capacità di ripresa ha.

Io penso che poi questo dolore se ne va e amiamo di nuovo. Se uno è intelligente e tiene a se stesso, se uno ama la vita, se uno non è uno squilibrato, prima o poi torna ad amare.

Io per esempio sono tornata ad amare.

Ovviamente non ho mai nè dimenticato nè tantomeno perdonato ma sono contenta perchè ho scoperto che il dolre mi rende particolarmente intelligente e creativa mentre quando sto bene, sinceramente tendo ad essere abbastanza noiosa ed ordinaria.

La maggior parte della gente noiosa e ordinaria è quella a cui nella vita va tutto bene.

C'è anche molta gente che pagherebbe per essere ordinaria e noiosa perchè non ne può più di disgrazie che però rendono simpatici, sociali, interessanti e immancabili nelle liste dei party.

Nel film c'è anche un'altra storia che è quella di Carlo il fratello di Favino. E' ghei, è in gamba è malato ed è positivo, è maturo, è intelligente ed è estremamente costruttivo. E' un personaggio privo di credibilità, quindi. Però fa bene al film e a suo modo assume un ruolo didascalico.

A me il film è piaciuto.

Non ho mai capito tanto bene un film (perchè è un film semplice).

Volevo poi discuterne con Dusty, ma lui come tutti gli uomini tende ad essere estremamente minimalista nell'esprimere i suoi sentimenti (ti amo tantissimo, sto bene con te, pomiciamo un pochino?) e quando formulo dei quesiti si limta a ripondere si, no, certe volte.....

Per me è sufficiente.

Per il resto, si va al cinema.